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"Het is weer Couckenbak, het is weer Couckenbak, hij is de allerbeste in zijn vak..."

Recitava così, una parte del ritornello di una canzone, diventata poi fenomeno del trash, atta a celebrare la sua persona. Tradotto significa più o meno "è proprio Couckenbak, è proprio Couckenbak, lui è il migliore di tutti nel suo lavoro." Ma andiamo con ordine.
Da ormai qualche mese, l'Anderlecht era in vendita. Si sapeva che Roger Vanden Stock e la sua famiglia fossero pronti a lasciare i biancomalva in mano al miglior offerente. Si erano fatte varie ipotesi: quella più eclatante è stata Alisher Usmanov, già possessore del 30% dell'Arsenal, che però ha dissipato di persona ogni voce in seguito alle indiscrezioni. Il potenziale acquirente più probabile, secondo tutti, era Paul Gheysens, proprietario dell'Anversa e della Ghelamco, azienda attiva in Belgio e nell'Europa dell'est in un sacco di settori, tra cui quello edile (però seriamente, mica gli abusi che si fanno qui in Italia).
E invece.
Ieri pomeriggio, in una giornata come le altre, saltava agli occhi la notizia: Marc Coucke ha comprato l'Anderlecht. Così, senza preavviso. In un primo momento la cosa mi ha fatto un po' storcere il naso, è come se Andrea della Valle comprasse la Juve. Oddio, insomma. Però alla fine sarebbe una cosa simile. Si erano fatti tutti i nomi possibili escluso quello di Marc, presidente dell'Oostende, squadra che sarà costretta al cambio di proprietà (due squadre dello stesso campionato non possono essere gestite da uno stesso presidente).


Dopo la sorpresa iniziale nel leggere la notizia, alla fine mi sono reso conto che si tratta della scelta migliore, non solo per l'Anderlecht ma anche per il campionato. Per l'Anderlecht perché:
"Punto primo, è simpatico, no?"
"Punto secondo, ha un po' di grano, si sa"
"Punto terzo, la leggenda dice che ci sa fare"
"Punto quarto, pensano: lui è vecchio, muore subito e io eredito!"
Ok, a parte le cazzate. Ma alla fine, questa citazione di Silvio Berlusconi si addice alla situazione. Coucke è l'uomo più adatto per far ripartire l'Anderlecht. Che, parliamoci chiaro, è in una crisi sia sul campo che societaria. Sul campo perché quest'anno è difficile che vincano il trentaseiesimo titolo. Poi l'anno scorso hanno sì vinto il campionato, ma l'hanno vinto con una prima metà di stagione inguardabile e con una seconda metà a fare prima i gregari a Club Brugge e Zulte Waregem, allora primi e secondi, e poi a guadagnarsi la prima posizione per merito di disgrazie altrui, seppur con partite spesso inguardabili. Nelle due stagioni precedenti nemmeno hanno vinto il titolo, che è andato prima al Gent (2014/15) e poi al Club Brugge (2015/16). E allora, Marc Coucke secondo me può risollevarlo: all'Oostende ha dimostrato di avere abbastanza soldi e di essere capace ad usarli bene, trasformando l'Oostende in una signora squadra (lasciamo stare questa stagione). Ma a parte questo, è un personaggio. E secondo me è un bene, cioè, sempre meglio di Vanden Stock che dorme in tribuna d'onore, pare Stephen Hawking. Coucke potrebbe far acquistare notorietà all'Anderlecht fuori dal Belgio proprio per il suo carattere.


Per il campionato perché è ricco, ma molto meno di un Alisher Usmanov e forse anche di un Paul Gheysens. Questo fa sì che la JPL non diventi, nei prossimi anni, una specie di campionato scozzese con una squadra sola al comando. Meglio.
Allora, perché no, come dice la canzone, è forse proprio lui il miglior presidente che l'Anderlecht possa avere come successore? Vedremo.

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